Nicolò Barbini, artigiano specializzato nelle incisioni su vetro e specchi, ebbe il grande merito di aver ripreso la produzione di specchi veneziani, quasi dimenticata all’inizio del ‘900

Nicolò Barbini incisore su vetro

Nicolò Barbini è nato a Murano (Venezia) il 5 maggio del 1903, da Vincenzo Barbini ed Anna Fuga. Fu il quinto di ben otto fratelli (cinque maschi e tre femmine). L’amore per l’arte del vetro, presente nel dna di famiglia, gli fu trasmessa dal padre Vincenzo e dal nonno paterno, Giovanni, entrambi maestri vetrai, tiratori di canna per la fabbricazione delle rinomate Conterie, dai quali ricevette i primi rudimenti del mestiere e quella sensibilità artistica per la materia vitrea che caratterizzeranno le sue future produzioni.
Dopo le scuole elementari, Nicolò, come tutti i suoi fratelli, frequenta la Scuola di Disegno per Artieri e Vetrai, fondata a Murano dall’Abate Vincenzo Zanetti nel 1862, studiando sotto la guida del prof. Urbani de Gheltof.

Nicolò Barbini con i fratelli Pacifico e Sidonia

Nicolò (a dx) con i fratelli Pacifico e Sidonia

La passione per la pittura, che coltiverà nel corso di tutta la vita, e l’amore per il vetro, collimeranno nell’arte dell’incisione, trovando in questa particolare ed elegante tecnica decorativa il modo per esprimere la sua creatività artistica ai massimi livelli.
Nel 1927, all’età di 24 anni, fonda la sua prima ditta di vetri artistici incisi, l’attuale Artigianato Artistico Veneziano, presso la quale collaborerà per alcuni anni il fratello Guglielmo, anch’egli sublime incisore, nonché socio fondatore della rinomata S.A.L.I.R.
Nicolò, assieme al fratello, comincerà così a riproporre, con successo, gli specchi veneziani in stile francese, rimembrando le vecchie glorie di Murano.

Dopo soli due anni di attività, nel 1929, verrà premiato con la medaglia d’oro di I Grado alla “Esposizione Mostra Campionaria” di Firenze.

Con Nicolò e Guglielmo, la famiglia Barbini, ritornerà a produrre specchi veneziani, dopo circa un secolo di “stallo”. Nel 1940, assieme al cognato “Memi” (Guglielmo), fonda a Murano la ditta “Barbini e Longega specchi veneziani artistici incisi”, l’attuale “Domus vetri artistici”, che riscuoterà numerosi consensi, grazie, soprattutto, alla fantasia e all’abilità artigianale di Nicolò.

Nicolò Barbini con la famiglia

Nicolò e Teresa con i figli (da sx: Lucia, Anna, Vincenzo, Maria, Giovanni e Margherita)

Il 28 dicembre del 1942, sposa Teresa Barovier, appartenente ad una delle più celebri famiglie vetrarie muranesi, figlia di Napoleone Barovier, uno dei più noti maestri vetrai del suo tempo, discendente dallo stesso Angelo Barovier. Dalla loro unione nacquero sei figli: Maria, Vincenzo, Margherita, Lucia, Giovanni ed Annamaria.

Nel 1960 inaugurerà l’Artigianato Artistico Veneziano, laboratorio specializzato nella produzione di specchi veneziani moderni e nella riproduzione e restauro di quelli antichi, introducendo i figli, Vincenzo e Giovanni, all’arte dello specchio e trasmettendo loro i segreti del mestiere.

Artisti muranesi

Nicolò (secondo da sx) con gli amici

Nel corso della sua vita, Nicolò, strette numerose relazioni, caratterizzate da un’amicizia profonda e sincera, con maestri vetrai, designers ed artisti locali, come Dino Martens, Aldo Radi, Anzolo Fuga e, in particolare, con Ermanno Toso (detto Nino cagni), designer e direttore artistico della rinomata F.lli Toso. La sua generosità e affabilità, nonché la profonda fede, furono tratti distintivi della sua personalità, che lo caratterizzarono sia come uomo che come artista.

Nicolò Barbini ha il grande merito di aver ripreso, assieme al fratello Guglielmo, la produzione degli specchi veneziani, quasi dimenticata a Murano all’inizio del ‘900, riproponendo uno stile classico, reinterpretato alla luce della loro maestria e abilità d’esecuzione senza pari.

Si spense a Venezia il 17 febbraio del 1985, all’età di 82 anni, dopo aver visto nascere otto dei futuri ventidue nipoti.

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