I fratelli Barbin e gli specchi veneziani

Domenego e Marco Barbin, maestri vetrai, attivi a Murano nel XVII secolo. Scappati in Francia, con l’aiuto del ministro Colbert, produssero specchi veneziani a Nevers

Domenego e Marco Barbin, maestri vetrai, nacquero a Murano, rispettivamente, nel 1643 e nel 1637. Entrambi figli di Zorzi de Zuanne, detto Barbin, e Francesca.

Nel 1665, attirati dalla generosità del ministro Jean-Baptiste Colbert, fuggirono in Francia assieme al fratello Gerolamo, noto per l’abilità nella lavorazione degli specchi veneziani, e ad altri maestri vetrai di Murano.

Colbert, infatti, deciso a strappare il predominio lagunare nella produzione degli specchi veneziani, escogitò, in gran segreto, la fuga di un nutrito gruppo di maestri vetrai e artigiani specializzati nelle diverse fasi della produzione di specchi veneziani.

Marco e Domenego Barbin, a differenza del fratello, che operò presso la Manufacture Royale des glaces de miroirs, nel borgo parigino di Saint Antonine, non arrivarono mai Parigi, ma si fermarono a Nevers dove vi operarono per circa un anno, contribuendo alla produzione di specchi veneziani in una fabbrica locale.
Alcuni mesi dopo, ottenuto il salvacondotto dall’ambasciatore veneziano, fecero ritorno a Murano.

Dopo l’esperienza in terra francese, i fratelli Barbin, tornati a Murano, ripresero a lavorare il vetro come maestri vetrai presso le diverse fornaci dell’isola.

In particolare, Domenego continuò a lavorare nel campo del vetro come maestro da canna, mentre Marco, detto Gaban, dopo aver lavorato per un breve periodo come maestro da quari e specchi veneziani, si mise a vendere oggetti in vetro, girovagando per le campagne venete (lavoro che tramanderà al figlio Domenico).

Da notare che Marco ebbe anche un figlio di nome Isidoro che, sposato con Elisabetta Torsia, sarà il capofila di una serie di Barbin Deputati, Gastaldi e Camerlenghi.

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